mercoledì 16 settembre 2009

QUATTRO PASSI SULLA...



...VIA FRANCIGENA IN TOSCANA
14-15 Settembre 2009

CAMMINANDO LUNGO LA FRANCIGENA
L’appetito vien mangiando, recita un vecchio motto. In effetti è vero e dopo aver provato le emozioni del Cammino di Santiago la voglia di cimentarsi con qualcos’altro del genere era forte. L’opportunità era quella di fare quattro passi sulla Via Francigena, detta anche Via Romea, altro antico e grande percorso.
Le cosiddette peregrinationes maiores, i grandi pellegrinaggi, avevano tre mete: Roma, Santiago e Gerusalemme. I partecipanti a questi grandi viaggi avevano appellativi diversi in base alla loro destinazione. A Gerusalemme arrivavano i "palmieri" per l’uso di portare delle foglie di palma. I viaggiatori per la nostra Città Eterna erano i "romei" e la croce oppure le chiavi incrociate erano i loro segni. Coloro che andavano a Santiago erano i "peregrini" con la conchiglia per distintivo.
La VIA FRANCIGENA, o ITER FRANCORUM, era quella che percorrevano tutti questi viaggiatori. Partivano da Canterbury e da Reims e nell’attraversare la Francia si univa a loro chi proveniva dal Centro e dall’Est dell’Europa.
I pellegrini avevano varie scelte. A Besançon o a Losanna si poteva deviare verso Le Puy en Velay, dove iniziava il Camino Francés per i Pirenei e la Galizia. Chi proseguiva verso Roma valicava le Alpi al Gran San Bernardo verso Aosta, oppure al Monginevro o al Moncenisio per il Piemonte dove incrociava un pellegrinaggio sconosciuto ai nostri giorni, il "Cammino dell’Angelo" fra Mont Saint Michel in Bretagna e Monte Sant’Angelo nel Gargano. La Francigena attraversava quindi il Nord Italia e la Pianura Padana fino al Parmense e il Modenese, per salire l’Appennino al Passo della Cisa o quello delle Radici. Scendeva quindi in Lunigiana o in Garfagnana per la Lucchesia, comune punto di raccordo.
Dopo la città di Lucca, l’antico borgo di Altopascio era una sosta importantissima per la presenza de l’hospitale dei Frati di San Jacopo (i Cavalieri del Tau) dove erano accolti e curati i pellegrini. Da Altopascio partiva una deviazione verso Pistoia per il culto di San Giacomo, culto rafforzato dopo il 1114 dalla reliquia arrivata dalla Spagna.
La Francigena invece proseguiva sulle Cerbaie aggirando le zone malsane del vasto Padule dell'epoca e dopo aver toccato Fucecchio e San Miniato, raggiungeva San Gimignano, Colle Val d'Elsa e Monteriggioni prima di arrivare a Siena. Altri punti di sosta erano Buonconvento e la Grancia di Cuna, poi giù verso San Quirico d’Orcia e Bagno Vignoni per entrare nel Lazio da Acquapendente verso Bolsena, Viterbo e infine Roma. Chi poteva proseguiva per Gerusalemme.
La maggior parte del percorso era sui selciati delle strade costruite dalle legioni romane, vie che collegavano gran parte dell’Europa a Roma.

La Comunità Europea denomina la Via Francigena e il Cammino di Santiago "itinerari culturali europei" e "grandi cammini europei" stanziando fondi per le migliorie ai tracciati ed alle strutture ricettive. I due viaggi hanno in comune l’aver avuto una tale importanza da essere stati descritti già fin dal Medioevo in due documenti, veri antesignani delle guide di viaggio. Nel 990 d.C. il vescovo di Canterbury SIGERICO narrò il viaggio compiuto, descrivendo minuziosamente tappe e luoghi attraversati. Negli anni fra il 1120 e il 1130 per volontà di Papa Callisto II fu redatto un codice (Codex Calixtinus) sulla storia di San Giacomo; una parte era la descrizione dei tratti e dei luoghi dove avere ospitalità nel viaggio verso Compostella.
Oggi ci sono purtroppo grandi differenze fra i due itinerari.
Andando a Santiago è impossibile perdersi viste le onnipresenti frecce gialle e la segnaletica del Cammino; inoltre i residenti sono disponibili a dare indicazioni. E’ possibile anche dormire e mangiare in tutti i borghi grandi o piccoli che si incontrano e con una spesa di pochi euro.
Sulla Francigena invece la storia è diversa e molto più difficoltosa in tutto. Zone con scarsa segnaletica, talvolta fatta e poi non più curata. Ci sono le frecce bianche, le formelle con profilo del pellegrino e qualche cartello; purtroppo talvolta sono nascosti dalla vegetazione o da strutture; talvolta cadono e nessuno li ripristina. Chiedere informazioni è quasi inutile perché troppo spesso la gente del posto non sa nemmeno che la Francigena esiste. Quando non c'è un ostello per i pellegrini bisogna ricorrere ai Bed & Breakfast, ad agriturismi e alberghi che in Francia e Italia costano di più che nelle zone del nord della Spagna (nel 2008 a Samos, una camera a due letti con bagno e televisore ci costò SOLO 34 euro, cioé 17 euro a testa!).
Negli ultimi anni il Consiglio d'Europa ha varato piani per spingere i Paesi interessati alla Francigena affinché le amministrazioni pubbliche, le associazioni di pellegrini e le organizzazioni religiose aiutino la crescita in termini di segnaletica e nella creazione di strutture ricettive. Nel nostro Paese siamo in ritardo, anche se nelle regioni del nord qualcosa si sta facendo; speriamo che anche a sud dell'Appennino arrivi presto il rinnovamento. Tutto questo perché non è più solo un pellegrinaggio ma anche turismo internazionale con tutto quello che ne deriva economicamente.

Per quanto riguarda l'esperienza diretta sul tracciato, purtroppo è relativa a sole tre tappe: una separata e due consecutive. La prima era sui 18 km pianeggianti da Lucca ad Altopascio, per saggiare il percorso con facili spostamenti sui treni della Firenze–Viareggio. Purtroppo si passa dalla bellezza di Lucca alle strade delle periferie verso Capannori e poi a seguire verso Porcari e Altopascio. Salvo un brevissimo tratto si è sempre sull’asfalto e la bellezza del paesaggio non è sempre godibile. Segnaletica discutibile, talvolta inesistente per un tracciato a tratti cervellotico. In più la Badia di Pozzeveri a pochi passi da Altopascio è chiusa e sta iniziando a crollare.
VOTO ALLA TAPPA: 4.
Le due tappe consecutive invece erano situate in una delle zone più affascinanti della Francigena toscana, ovvero da San Miniato a San Gimignano, sempre per utilizzare i trasporti pubblici.
Scaricati i road-book dal sito web "Itineraria.eu" e fatti gli zaini non restava che fare questi "quattro passi". Ricostituito il nostro terzetto storico, José Luis, Emilio ed io abbiamo lasciato la macchina a San Miniato e iniziato la prima tappa, dal convento di San Francesco verso Gambassi Terme, per una distanza di circa 24 km.
Dal punto di vista culturale e paesaggistico il tratto è molto bello snodandosi fra le colline e toccando antiche pievi e casolari isolati su strade bianche o carrarecce di campagna. I cipressi e le piccole macchie di bosco si alternano ai coltivati e ai vigneti nella classica disposizione della nostra bella regione. Dopo i primi km ho messo via il road-book perché la segnaletica era magnifica come il tracciato. Un paio d’ore di pioggia a metà percorso ci hanno rallentato ma non ci hanno tolto il gusto del viaggio.
Difficoltà effettive non ce ne sono ma è necessario portarsi le riserve di acqua e di cibo perché non ci sono negozi, bar o altro lungo il tracciato. Gli ultimi 5 km per salire a Gambassi sono in salita costante per superare un dislivello di circa 230 metri.
VOTO ALLA TAPPA: 9.
A Gambassi Terme per ora l'unica struttura utilizzabile è l'ex cinema messo gratuitamente a disposizione dal parroco, con uso di un bagno per le necessità e potersi lavare, ma si dorme per terra. Si cena poi in paese in pizzeria o dove si vuole. Disponibile in centro un piccolo albergo ristorante non troppo caro, in attesa della nuova struttura che dovrebbe sorgere presso la bella Pieve di Chianni.
La seconda tappa è di soli 14 km. Alternativa a San Gimignano è l’arrivo a Colle Val d'Elsa ma in questo caso la distanza da coprire supera i 35 km e non essendo allenati come nel 2008 ci siamo basati sulla prudenza.
La bellezza della tappa è intuibile, basti pensare all'avvicinamento al bellissimo borgo senese, ma le visuali magnifiche od i luoghi caratteristici ci sono anche prima, uno a caso Collemuccioli.
L'andamento del tracciato è più altalenante nei dislivelli rispetto a quello precedente ma senza difficoltà e vista la breve distanza bastano scorte leggere. Un paio di salite richiedono un po’ più di impegno e in un paio di casi mancano forse due o tre cartelli, ma è poca cosa.
VOTO 8.
A San Gimignano si può riposare e rifocillarsi nell'attesa dell’autobus per Poggibonsi e Firenze o di proseguire il cammino. I prezzi sono alti e conviene fare qualche km in più e dormire altrove.
Tempo totale di percorrenza delle due tappe: 12 ore comprese le soste. Spesa totale a persona 55 euro (albergo, cena, colazioni, biglietti).
Ultima curiosità statistica. Sul Cammino di Santiago incontrati circa 5.000 pellegrini in 13 giorni; sulla Via Francigena n.3 pellegrine in due giorni: una in bici e due a piedi.

1 commento:

  1. Hello from Romania! Thank you for the comment and for your visit! I'm not a professional photographer but I try to gain experience before the start of the my first year at faculty.
    Your photos are amazing, and discovers a new view of Italy, a country that I also love!
    Bye!

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